Tag Tumore Del Pancreas Benevento

Tumore del pancreas

Tumore del pancreas

Tumore del Pancreas

Che cos’è?
Il pancreas è un organo che può essere diviso in tre parti: la testa, il corpo e la coda. La sua funzione è quella di produrre ormoni tra cui l’insulina ed enzimi che trasportati da specifici dotti sono necessari alla digestione intestinale. Le cellule che producono ormoni sono chiamate endocrine, mentre quelle che producono enzimi sono chiamate esocrine. Quando alcune di queste cellule iniziano a moltiplicarsi con una crescita anomala e incontrollata siamo di fronte ad una malattia neoplastica che quindi può essere di origine endocrina o esocrina. La regione più frequentemente colpita da queste lesioni è la testa (circa 70%) e nella maggior parte dei casi hanno origine dai dotti che trasportano gli enzimi all’intestino.

Evoluzione
Purtroppo il tumore del pancreas è uno dei tumori che più facilmente si diffonde ai linfonodi vicini e ad altri organi ed inoltre è una delle neoplasie più “subdole” da un punto di vista clinico, in quanto non si manifesta finchè non ha raggiunto dimensioni tali da interessare strutture anatomiche vicine come vasi, duodeno o coledoco che danno una chiara manifestazione clinica. Tutto ciò, fa del tumore al pancreas una delle neoplasie più difficili da curare.

Sintomi
Come detto la presentazione clinica del tumore del pancreas è piuttosto vaga e molto spesso i sintomi iniziali possono essere trascurati sia dal paziente sia dai medici con il rischio che la diagnosi venga fatta quando la malattia è ormai già estesa.
Sintomi più chiari si evidenziano quando la neoplasia ha raggiunto dimensioni tali da interessare gli organi contigui o ha infiltrato i dotti biliari.
I sintomi più comuni in questi casi sono: iterro (colorazione giallastra della pelle) con prurito, nausea, vomito, stanchezza, dolore all’addome ed alla schiena. A volte, in una piccola percentuale di casi, può insorgere anche il diabete.

Come si fa la diagnosi
L’esame di prima scelta per la diagnosi del tumore del pancreas è la TC, ma in alcuni casi, alcune lesioni possono essere diagnosticate anche mediante ecografia dell’addome classica e in altri selezionati mediante ecografia endoscopica attraverso il duodeno.
In caso di ittero da ostruzione della via biliare è possibile fare una Colangiopancreatografia retrograda endoscopica (ERCP), una colangiografia transepatica percutanea o una colangiorisonanza magnetica. Questi esami servono a vedere se il tumore causa un’ostruzione della via biliare; I primi due sono invasivi ma permettono anche di fare delle biopsie o dei trattamenti palliativi o propedeuci all’intervento chirurgico come posizionamenti di drenaggi o stent.

Come si cura
La terapia di prima scelta, quando è possibile e la malattia non ha avuto ancora una diffusione agli organi circostanti, è l’intervento chirurgico che è diverso a seconda della sede di localizzazione del tumore.
La chemioterapia in alcuni casi può essere necessaria dopo l’intervento chirurgico, mentre insieme alla radioterapia rappresenta il trattamento di prima scelta nei casi di tumore avanzato che non può essere asportato chirurgicamente.

In che cosa consiste l’intervento chirurgico
Per i tumori della testa del pancreas è indicate la Duodenocefalopancreasectomia che prevede l’asportazione in blocco del duodeno con o senza parte dello stomaco, della testa del pancreas e del dotto biliare principale, ed una successiva ricostruzione del tratto digerente, della via biliare e del pancreas residuo con l’intestino.
Per i tumori del corpo è indicata una mesopancreasectomia che prevede l’asportazione della parte centrale del pancreas e successive ricostruzione del pancreas residuo con l’intestino.
Per I tumori della coda è indicata una splenopancreasectomia in questo caso viene asportato in blocco la coda del pancreas e la milza senza intaccare il tubo digerente. In alcuni casi può essere indicato eseguire una pancreasectomia totale.
Si tratta di interventi chirurgici molto complessi che possono avere un alto tasso di complicanze con una percentuale di mortalità che in alcuni casi raggiunge il 10% soprattutto in pazienti che arrivano all’intervento in condizioni generali scadenti per l’avanzato stadio di malattia.

Come può essere eseguito l’intervento chirurgico
Può essere eseguito con la tecnica tradizionale che prevede l’apertura dell’addome mediante un taglio verticale mediano o un taglio trasversale sottocostale.
Può essere eseguito con una tecnica mininvasiva sia laparoscopica che robotica che prevede 5/6 piccole incisioni da circa 1 cm attraverso cui con una telecamera e degli strumenti dedicati si entra all’interno dell’addome e viene condotto lo stesso tipo di intervento che verrebbe condotto con la tecnica tradizionale riducendo però al minimo il trauma al paziente.

Quali sono I vantaggi della chirurgia robotica per questo tipo di intervento
La chirurgia robotica grazie alle sue caratteristiche, durante l’intervento di resezione pancreatica permette una notevole accuratezza nell’asportazione dei linfonodi.
In caso di Duodenocefalopancreasectomia permette una particolare accuratezza nella fase ricostruttiva, soprattutto per la ricostruzione dei dotti biliari e pancreatici che possono avere un diametro molto piccolo di solo alcuni millimetri.

>Riduce in modo significativo le perdite di sangue non la conseguente riduzione della necessità di eseguire emo-trasfusioni.
>Riduce le complicanze peri o post-operatorie soprattutto spesso legate alla ricostruzione dei dotti biliary e pancreatici.
>Offre la possibilità in alcuni casi di operare anche tumori di dimensioni più grandi che non potrebbero essere operati in laparoscopia ma che necessiterebbero di un intervento tradizionale.

>Riduce al minimo la manipolazione dei visceri favorendo una più rapida ripresa della loro motilità nel post-operatorio
>Offre la possibilità al paziente, laddove necessario, di iniziare prima il trattamento di Chemioterapia post-operatoria.
>Offre la possibilità, grazie all’esecuzione di un’ecografia intraoperatoria mediante una sonda studiata appositamente per l’utilizzo con il robot, di individuare e quindi asportare lesioni di soli alcuni mm di dimensioni per esempio in caso di tumori di origine endocrina come l’insulinoma.

 


PAGE TOP